sabato 31 agosto 2013

Dove sei?



Kristin Young 
♪♪
Pioggia che batti e che scandisci il tempo, continui a cadere, non mi piaci tanto, vorrei sentirti solo nella mente, oggetto da guardare cosi scintillante. Bagnami i capelli con le tue parole, fammi compagnia con il tuo rumore, sotto il cielo che mi fa paura, sposati con l’acqua di questa pianura.

Pioggia che batti son purificato, sono stato sotto come tu hai voluto, ho ascoltato dentro le tue gocce, ho bevuto in mezzo a queste rocce, è arrivata  l’ora di partire, lascia il posto al sole che non vuol dormire,
la tua parte credo l’hai già fatta, ora non c’è spazio per la pioggia.
Ora dammi il sole, facciamo basta con le parole, voglio il silenzio dell’amore che tu hai, non faccio altro che sognarti, ovunque vai vorrei incontrarti. Dove sei?  
Sole non bruciarmi sai che io ti voglio, con le inondazioni io c’ho dato un taglio, ora non deludermi con il giorno devo immergermi nel fiume caldo, sento ardere questa roccia, toccami i capelli baciami le labbra
fammi bere un po’ della tua acqua, non vorrei rimpiangere la pioggia.
Ora dammi il sole facciamo basta con le parole,  voglio il silenzio dell’amore che tu hai. Non faccio altro che sognarti, ovunque vai vorrei incontrarti. Dove sei?
Ora dammi il sole, voglio il silenzio dell’amore che tu hai,  non faccio altro che sognarti, ovunque vai vorrei incontrarti. Dove sei?

L.
La pioggia che batta sta per … ?
G.
La pioggia  incarna un senso di malinconia, tristezza …. Può piacermi per certi versi, ma poi stare soli è dura.
L.
Puro romanticismo!
G.
Il Sole per contrasto è il simbolo della passione, dell’amore, che ora voglio (“Ora” va inteso come il periodo in cui l’ho scritta). Dicevamo, questa canzone è autobiografica … La pioggia va via, e al suo posto arriva il sole per rifarsi del tempo perduto.
Dove sei? Perché ai tempi non c’era, la perdevo, era la mia isola, cioè l’altro testo, quello con cui inizio il testo.

L.
Noi ci salutiamo qui, sperando di avere incuriosito i lettori ad ascoltare il CD. Quanto a me, rinnovo i complimenti e gli infiniti in bocca al lupo e ti ringrazio per avermi inclusa nella parte grafica del tuo lavoro.


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Per acquistare il disco (10 Euro)  

TUTTA MUSICA - Corso II Giugno, Senigallia. AN.   tel: 071 63360
UBIK libreria -Corso II Giugno, Senigallia tel: 071 60902  (Clicca sul nome del negozio per info) MUSICARTE Via Massimo D'Antona -Chiaravalle (Clicca sul nome del negozio per info) 

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Loro...




Aggiungi didascalia
L.
Altro testo di natura sociale è “LORO”, solo che qui non si parla tanto di politica, quanto di indifferenza verso chi vive condizioni disagiate. Dal vecchio, al malato, ma soprattutto, parli di bambini, se ho capito bene quel che mi dicevi.

♪♪
Se ti dico che al mondo sono presenti dei piccoli diamanti, come stelle cadute all’improvviso sul suolo di un deserto, senza acqua, troppo cielo ed un calore che fa mancare l’aria, quel cielo azzurro coperto da una cappa trasparente che è il destino. Di quei piccoli diamanti scopriranno solo aspetti scoloriti. Di quei piccoli diamanti non vedranno luce adatte a questo mondo. Senza acqua troppo cielo ed un calore che fa mancare l’aria, questo mondo coperto da una cappa trasparente.
Loro  hanno bisogno di te ed ascoltano ogni parola del cuore che esce da te.
Loro hanno negli occhi il respiro che dai col tuo sorriso.
Ora guarda il chiarore della luna che illumina e risplende, su quest’acqua che finalmente bevo sorretto dal presente, ora guarda lo vedi amica mia che posso respirare, con il tuo sorriso anche il sorriso mia diventa grande
Loro hanno bisogno di te  ed ascoltano ogni parola del cuore che esce da te
Loro hanno negli occhi il respiro che stai donando col tuo sorriso (x2)
Sono il piccolo diamante che ti guarda mentre scruti le mie facce, sono il piccolo diamante che ti bacia sulla fronte e sulle labbra, ti sei accorta  che risplendo di una vita che non se ne andrà più via, ti ringrazio di avermi assicurato  gioia e vita per l’eterno.
Loro hanno bisogno di te, e ascoltano ogni parola del cuore che esce da te
Loro hanno negli occhi il respiro che hai donato col tuo sorriso
Loro sono diamanti splendenti e tengono duro con la vita tra i denti
Loro hanno uno specchio da darti,  loro … non sono … gli altri.

L.
Loro hanno bisogno di te”, di chi parli?
G. 
La canzone è nata dopo che la mia amica Benedetta,  mi ha raccontato di una bambina molto malata e costretta a stare in ospedale. Lei nel tempo libero è Clown di corsia e fa compagnia col suo gruppo a questi ragazzini. In simili contesti il mondo sembra trasformato da lenti che deformano le immagini. Come stare in un mondo nel mondo, di cui spesso non si parla, anzi, spesso è proprio dimenticato.
Parlo di “Troppo cielo” perché queste persone sono spesso circondate da gente “di fede” che gli vende ogni giorno …l’attesa di Dio, dell’azzurro, che poi non arriva.
L.
in un calore che fa mancare l’aria”. 
G.
Si, la tipologia è quella del “Malato nel santuario” più o meno. Triste, perché per loro è un’ultima spiaggia e lo sanno … Diciamo che fra i “missionari” ed i Clown di corsia, credo più a questi ultimi, perché regalano un sorriso a chi non ha tanti motivi per ridere.
L
 … approccio umano piuttosto che fredda metafisica. Concordo quant’è vero iddio!
La canzone mi sembra avere toni panteistici. La natura è ovunque. Parli inoltre di un diamante: Sasso estratto dalla terra che, lavorato, diventa lo spasso dei ricchi. Si ricorre spesso a questo simbolo, per le ragioni più diverse. Qui mi sembra, si tratti di narrare di un oggetto che nasce per rifrangere luce e invece non lo fa.
G  
…è una pietra da mille facce, ma noi non la vediamo i diamanti si perdono nel deserto
L.
Loro non sono gli altri…
G.
Banalmente, potrebbe succedere anche a noi di stare male. 
L.
Infine, la fine… del Cd e quindi della nostra conversazione.
tormenti del cuore, detto in romantichese, … quel “lontano”  amore con cui inizi (L’isola) e finisci il CD. Dove sei? Alias… l’eterna ricerca, che non per forza ha bisogno di una risposta? G.
No, parlo di una mia storia iniziata e finita, quindi avevo a disposizione domande e risposte.




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Gira terra gira...


Sarebbe luna se non fosse mare. 
Anche “Gira terra gira” è a tema …
♪♪
Gira terra gira, con le tue pazzie, rendi piena gioia, fammi compagnia, Gira terra gira per coloro che non accogli, apri a loro le mani nude e vagabonde. Pioggia terra fango in balia del vento, fa che i suoi sospiri uccidano il silenzio, acqua terra, aria e voglia di due ali per imitar gli aironi che san sempre dove andare. Gira terra gira incessantemente, gira più che puoi anche lentamente, io son qui davanti e  guardo questa gente, trasformata in un popolo di niente, ma tu non fermarti   gira terra mia, trova la mia donna  dille di andar via, rendile giustizia offrile parole, affinché possa cantare, un giorno ai figli le sue storie.
Gira terra  gira, gira con il sole, dalle nutrimento alle sue parole, gira terra gira falle conquistare quel che altre han dovuto abbandonare. Gira terra gira almeno tu non ti stancare, questi giorni son crudeli ma dovranno passare, gira terra ancor più forte fa passare il tempo, anche se più vecchio io sarò, sarò contento.

G.
“loro” sono anche qui (Come in “noi protetti” gli emigrati, in generale chi va all’estero, lo “straniero”)
L.
Qui parli anche di donne. Di madri che tramandano il loro essere ai figli.
Ma tu non fermarti, gira terra mia, trova la mia donna  dille di andar via,rendile giustizia offrile parole affinché possa cantare un giorno ai figli le sue storie. Gira terra gira, gira con il soledalle nutrimento alle sue parole, gira terra gira falle conquistare, quel che altre han dovuto abbandonare. gira terra gira almeno tu non ti stancarequesti giorni son crudeli ma dovranno passaregira terra ancor più forte fa passare il tempoanche se più vecchio io saròsarò contento
G
La donna è quella che rimane più ancorata al terreno, alla situazione, perché deve accudire i figli, a migliaia di km di distanza, e lui, l’emigrato, parla  alla terra in genere, e gli dice di proteggere la sua donna e di darle forza affinché riesca a creare per sé un destino diverso dalle loro antenate. Dille di andar via … è intesa come una metafora, non togliersi dal luogo, ma emanciparsi mentalmente così che un giorno possa raccontare ai suoi figli nuove storie, rispetto a quelle che ha sentito lei da piccola.
L.
Volendo vale anche per noi. Per tutti …
G.
Infatti intendevo in senso lato. 


La foto l'ho fatta io, e per caso, è a tema con questa canzone.
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Noi Protetti...


... (Riprendo l'ultimo post su Poem e vado avanti!) 


L.
Tutto ciò in una canzone che hai intitolato “Poem” e si suppone contenga un testo, come dire? …  non “impegnato”. Approfitto per dire che a mio avviso la poesia moderna, sempre che abbia ancora senso, questo deve fare. Il mondo lo penso in prosa, ma è solo il mio parere ovviamente.
G.
Anche “Noi protetti” nasconde un retrogusto “sociale” amaro.
L.
Quella che io chiamo “Noi poretti” in senigalliese?
G.
Si, quella. Pensavo di fare una versione con questo titolo.
L.
Sarebbe un successone!♪♪


Segnerò il mio piccolo confine, ci piscerò per essere più sicuro, studierò le strategie di guerra se non basta ci innalzerò un bel muro. Saremo uniti contro l’invasore, nel nome di una sana e giusta causatener lontano lo straniero, vigilare giorno e notte senza pausaMa quant’è bello il mio paese con i monti le sue cime e i prati verdi e la mia gente che non esce mai di qui. Gli stessi  immobili ed eterni perché voglio siano cosi, e noi possiamo,  dovrà essere, e sarà …
Ma quant’è bello il  mio paese  chiuso  dentro le mie braccia, come quattro mura di galera stupide, e noi che vi abitiamo ci sentiamo meglio, siamo felici d’esserci protetti  dall’inciviltà.
Segnerò il confine del mio mare, se piscerò sull’acqua il segno poi scompare. Dalle nostre parti abbiamo paura che dall’orizzonte s’alzi la tempesta. Uniti contro la tutte le intemperie per salvare quello che ancor non ci han rubato. Tener lontano lo straniero, la tempesta umana  figlia del degrado.
Ma quant’è bello il mio paese con il fiume verso il mare che respira, sembra un quadro  più che una fotografia, di quelli che facevo da bambino, un opera che mai nessun straniero mi scolorirà
Ma quant’è bello il  mio paese chiuso  dentro le mie braccia, come quattro mura di galera stupide, e noi che ci abitiamo ci sentiamo meglio , siamo felici d’esserci protetti  dall’inciviltà. Tutto solo col mio mare tra le braccia,  ma protetto dall’inciviltà. Nel deserto del mio piccolo paese, ma protetto dall’inciviltà. Uniti da  uno stesso suono, ma protetti dall’inciviltà. Sempre bello, sempre uguale a prima, in più, protetti dall’inciviltà, nei secoli dei secoli invecchiamo, noi  protetti dall’inciviltà. Tutto solo, col mare tra le braccia, ma protetto dall’inciviltà, nel deserto del mio piccolo paese, ma protetto dall’inciviltà, uniti da…
L
Come, “ci piscerò”? Non è esattamente una frase da bon ton. Durante la presentazione del disco a Marzocca, ho sentito qualche “Oooo” di esclamazione. Siamo gente beneducata noi, e le “Parolacce” ci mettono in imbarazzo – Si coglie il senso della battuta?- Comunque …  spiegami sta cosa. Senza ridere e senza stupore. Vero! La signora ha detto “Ooooo” + risatina per bene! Se gli spieghi perché scrivi ‘ste cose poi non ride più!
G
Il soggetto al quale presto la voce in questa canzone è un uomo mediamente intollerante verso chi non gli somiglia, un razzista, ma non necessariamente verso lo straniero. Capita a molte persone di provare questo sentimento almeno una volta nella vita.
L.
Qualcuno purtroppo si affeziona, e lo rimane nel lungo periodo.
G.
Rispondo alla signora … Ho usato la parola “pisciare” perché è un gesto che usano i cani per delimitare il loro confine.  Il nostro confine naturale, essendo l’Italia una penisola, è soprattutto fatto d’ acqua, e da lì vengono molti “stranieri”.  Capisci bene che in acqua è difficile che altra acqua segni un confine. E’ un modo per prendere in giro certi luoghi comuni insomma.
L.
 “E noi possiamo,  dovrà essere, e sarà … ” … cosa?
G.
Il solito soggetto afferma categorico che possiamo impedire al “nemico” di avvicinarsi a noi. Possiamo, dovrà essere e sarà …  E’ ironico.
L.
 “Protetti dall’inciviltà” è il refrain di tutto il testo. Notizie falsate o omesse, ronde, propagande allarmiste. Mi sembra che faccia parte di un disegno politico.
G.
Noi civili, ci proteggiamo dalle nostre paure diventando paradossalmente in-civili  e,  perché no? Un po’ razzisti. Solo ieri si sognava la padania unita…
L.
Si, era per rendere omaggio alla  simbolica abolizione dei confini grazie alla nascita nella nostra cara Europa, cara in ogni senso visto che l’euro è la sola cosa che realmente ci unisce… ed a che prezzo! Non sto dicendo che voglio esserne fuori, solo che il prezzo è elevatissimo. 
Parli di confini sul mare, tempesta umana … non posso non pensare aLampedusa e a tutte le anime che galleggiano sotto quel mare. Ci ho scritto un post a suo tempo, e qualche commento mi ha fatto partire l’embolo. Una signora “Bene” osservava che queste cose vanno rispettate col … silenzio!!  Mai richiesta fu più esaudita! Nei TG la notizia è stata appena sfiorata. L’avranno fatto per rispetto!
 “Sembra un quadro  più che una fotografia Di quelli che facevo da bambino  Un’ opera che mai nessun straniero mi scolorirà” … bella immagine.
G.
Si, però parla ancora l’intollerante e pensa che se arriva lo straniero, corro il rischio che mi “scolori” l’identità, cioè i quadri che facevo da bambino, cioè la mia identità.
L.
L’avevo capita al contrario. Cioè che il quadro dei bambini nascono dall’istinto, e quello nessuno lo può scolorire. Invece mi dici che in questa frase si nasconde ancora una volta la paura che qualcuno arrivi e ci scolorisca l’identità... Mi piace lo stesso.
Sarebbe luna se non fosse mare. 


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Collocamento eterno. Poem.


… Cantautore, fra le nove, ce n’è una che preferisci? – Domanda banale, lo so -



G.
Difficile rispondere. E’come sfogliare un vecchio album di foto. Comunque … “POEM” se devo dirne una.
♪♪
Bentornato  in questa terra, bentornato in questo mondo  e quel po’ che ne è rimasto, se te ne  sei reso conto. Non m’illudo sta tranquillo, e continua a continuare il perverso giro infame sulla giostra - Non ti fermare.
Non ho niente e tu lo sai, non ho occhi da coprire, facce da sostituire per poter tirare dritto e racconterai a tutti che ti sei comprato il mondo, lo hai girato come un guanto per poi ritornare  qui davanti a me.
Gli affari  tuoi io li conosco bene, sono tasche vuote con le mani piene che racchiudono  fiori arrugginiti,  dentro un falso vaso  di leggende e miti. Ma che cosa parlo a fare al tuo volto edulcorato, al tuo avido e perverso camminare  e  star seduto, ma che cosa hai da offrire, se non polvere da sparo, se non tristi convenienze dall’effimera durata, sono qui per regalare  solo gioie e speranze non viziate, sono  qui perché lo chiede il vento , son qui perché questo è il mio momento.
Potrei darti il benvenuto, ma non riesco a salutarti, non mi va più di guardarti, non mi va più di ascoltarti. Sto contando la distanza tra il tuo carcere ed il mio, tra la vita dei mortali e le paludi degli eterni, non si sente un gran rumore e nemmeno gracidare, vedo solo acqua salmastra canne lucide e sfuggenti, e non credo possa entrare il sole  e  nessuna luce alcuna, ma se provi ad abbassar la testa puoi specchiarti, sempre che tu ci riesca.
Io non porto apocalissi, né scritture né  alluvioni, sono sotto la tua pelle perché possa rifugiarmi. Dalle viscere del mondo ho scrutato la tua vita, ero il povero nel fango che tu non vedevi affatto, non per colpa  del sole ma del buio, non per colpa  del fango ma dell’oro, non per colpa dell’acqua, ma del fumo, non per colpa tua,  non solo tua … Se la realtà dei numeri abitasse sulla terra, se non fossero stampati sulla pelle della gente, se prendesse  posto il nome che da nati ci hanno dato,  se prendesse un po’ il sapore di un futuro sempre meno avaro.

L.
A chi il “Bentornato in questa terra” ?
G
Nella canzone ci sono due soggetti. “IO” inteso come individuo, ma anche come parte del tutto, cioè della società e “Il potente”, inteso forse anche in generale, cioè … i potenti.
L
Io è anche l’artista, il giudice, il giornalista. Insomma, chi deve raccontare ad alta voce le cose del mondo che gli altri scelgono di non vedere, o che sembrano non capire, o peggio … che accettano come un destino alla:  “Tanto è sempre stato così, che vuoi che cambi?”  e anche “sono tutti ladri” e allora che si fa? Si guarda altrove? Certo che no.  
G.
Non per colpa tua, non solo tua ”  dico infatti … lasciar correre ci rende parte del massacro di cui siamo vittime.

L.
-“sono qui perché questo è il mio momento”  dici …  è una specie di Coming out. “Non mi va più di guardarti e ascoltarti”. E’ tempo di alzare la voce, come dicevamo prima.
G.
E’ tempo da molto ormai. Canto che il potente di turno “Torna”, ma la frase è sarcastica perché in fondo non se n’è mai andato. E’ come una giostra. Sembra che giri di continuo, per il solo bisogno di girare, sempre nella stessa direzione.
L.
Calci in culo inclusi! Vero!! Una giostra allo stato puro. Manca solo la magia, manca l’infanzia e la sua spensieratezza. Anche in “Gira terra gira” si ha l’idea dell’eterna circolarità del tutto. 
Gli affari tuoi io li conosco bene, sono tasche vuote con le mani piene che racchiudono fiori arrugginiti dentro un falso vaso di leggende e miti. Mi fa pensare ad un vecchio “signore” il cui nome è noto –tristemente- a chiunque nel mondo abbia mai sentito parlare di Italia.
G.
L.
Fiori e ruggine.
G.
La ruggine infetta ed uccide. Serve un vaccino per salvarsi.
L.
… Il falso vaso, da una parte mi fa pensare al vaso di Pandora, pieno di tutti i mali del mondo, dall’alta, banalmente, alle leggende e ai  miti del commercio che ci vende miraggi e ci abitua a pensarli come necessità vitali.
se la realtà dei numeri abitasse sulla terra, se non fossero stampati sulla pelle della gente, se prendesse  posto il nome che da nati ci hanno dato, se prendesse un po’ il sapore di un futuro sempre meno avari
La realtà dei numeri prevale sull’umanità e cancella le nostre identità, il nostro nome.
G
Se la realtà dei numeri abitasse sulla terra significa che anche se siamo tanti, non abbiamo voce. I potenti sono di numero molto inferiore rispetto a noi, ma sono loro a comandare.
L
Vedi vari G8 … e relative sciagure.
G
Quando parlo di numeri stampati sulla pelle della gente, intendo alla lettera … gli ebrei nei campi di concentramento per esempio. Erano un numero enorme, ma non avevano voce né identità. Solo carne da macello e nessuno li ha difesi.
L.
Tempo fa ho letto un articolo di sociologia interessante. Non ricordo il nome di chi l’ha scritto, ma diceva che:  “Io sono” era il verbo di Dio, poi è arrivato “Io ho”che è il verbo del commercio, ed infine, forse il più deprimente: “io sembro” che è il Dio della maschera. Tu parli di giostra, io di circo. A volte mi sembra di starci dentro, solo che non fa ridere. E’ una canzone interessante, è anche molto lunga, ed ha un  testo articolato …
G.
Si. Mi servivano molte parole per sfogarmi e manifestare la rabbia che sento nei confronti degli arroganti della terra,  i cosiddetti “potenti”, e soprattutto denuncio quella specie di complicità perversa che nasce troppo spesso fra loro e la gente comune … Parecchie forme di dittatura, più o meno subdole, nascono dalle ovazioni in piazza da parte di gente disposta a “credere”  a tutto, perché è più facile.  “Sto contando la distanza tra il tuo carcere ed il mio, tra la vita dei mortali e le paludi degli eterni, non si sente un gran rumore e nemmeno gracidare, vedo solo acqua salmastra canne lucide e lucenti” In questa strofa per esempio, sottolineo come anche in caso di colpa, il trattamento riservato alle persone potenti è fastidiosamente diverso rispetto a quello che tocca ai comuni mortali.
L.
Tutto ciò in una canzone che hai intitolato “Poem” e si suppone contenga un testo, come dire? …  non “impegnato”. Approfitto per dire che a mio avviso la poesia moderna, sempre che abbia ancora senso, questo deve fare. Il mondo lo penso in prosa, ma è solo il mio parere ovviamente.
G.
Anche “Noi protetti” nasconde un retrogusto “sociale” amaro.
L.
Quella che io chiamo “Noi poretti” in senigalliese?
G.
Si, quella. Pensavo di fare una versione con questo titolo.
L.
Sarebbe un successone!
Non che abbia un senso... solo libera associazione mentale. 
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